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Sport e Motori nella storia

(2 maggio 2015) – E’ una triste ricorrenza, l’incidente di trent’anni fa che ci portò via Attilio Bettega. Però fa piacere ripensare a quel ragazzo trentino che con tanta determinazione ha cercato di scalare la piramide mondiale del rally e del professionismo, anche se è sempre rimasto legato alla sua terra e all’ Foto News 2 maggio 2015albergo di famiglia a Molveno.

Un inizio come tanti, con la sua 128, navigato dalla futura moglie Isabella. Poi la vittoria nel Campionato Autobianchi A112 Abarth, alla prima edizione, che con lui ha iniziato il lancio di tanti Campioni. Infatti il titolo gli ha aperto le porte del Gruppo Fiat, della Lancia Stratos e della 131 Abarth. Con il “trentuno” in particolare ha cominciato a vincere – Aosta, Costa Smeralda, Ciocco, Lana, 4 Regioni – ma a renderlo popolare è stato quel famoso sesto posto ottenuto con la piccola Ritmo Gr.2 al Rally di Montecarlo nel 1980. Poi l’ingresso nella squadra Fiat impegnata nel mondiale contrassegnato dai due podi all’Acropoli, che all’epoca era una delle gare più dure in assoluto.

Nell’82 il primo tradimento del Tour de Corse, che pure era una corsa che amava. Un recupero lento, ma Attilio ha saputo riprendersi e un anno più tardi con la 037 ha ripreso il cammino verso il grande sogno della prima vittoria iridata, che ha sfiorato a Sanremo nel 1984, ma che pochi mesi dopo il Tour gli ha negato per sempre.

Ci piace ricordarlo all’epoca della A112 (nella foto), giovane di belle speranze, persona mite ed educata, sempre disponibile, doti che ha sempre ha sempre mantenuto durante tutta la sua breve carriera.

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