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27 agosto 2019 – Un’esperienza unica, da archiviare nell’album dei ricordi più significativi, quella vissuta da Fabio Peruzzo nel recente weekend all’ADAC Rallye Deutschland.

L’evento tedesco, valido per il FIA World Rally Championship, ha visto il pilota di Conselve rompere il ghiaccio concludendo con un quarto posto in classe RC4 che, nonostante quanto emerga dalla classifica, non è in grado di raccontare le emozioni vissute durante la gara.

Che il contesto del mondiale fosse ben diverso dagli appuntamenti tricolori lo si era ben inteso sin dalle due giornate di ricognizioni dove il portacolori di Omega, assieme a Nicola Terrassan alle note, doveva ben rimboccarsi le maniche per ottimizzare il lavoro da svolgere.

Il primo, vero, impatto con il contesto mondiale Peruzzo lo viveva affrontando lo shakedown, al debutto sulla Peugeot 208 R2 messa a disposizione da Mauro Dalla Torre (foto Claudio Pocar).

“Ancor prima di entrare nel vivo ci siamo resi subito conto della difficoltà del mondiale” – racconta Peruzzo – “con prove davvero molto lunghe e due soli passaggi di ricognizione. Allo shakedown poi è arrivata la mazzata. Dopo che sono passate le WRC Plus, in pratica, le traiettorie sono state ridisegnate. Le condizioni della strada sono diventate disastrose, per lo sporco portato dentro dai big. Sembrava di correre su delle biglie. Mai visto in Italia.”

Con la consapevolezza di non poter competere con la concorrenza, uno su tutti il vincitore Schwedt è abituale frequentatore del FIA European Rally Championship, la gara di Peruzzo si apriva positivamente Giovedì pomeriggio, sulla speciale spettacolo “St. Wendeler Land”.

A mettere in chiaro il livello tecnico della sfida ci pensava la prova di “Mittelmosel”, la seconda del Venerdì con i suoi ventidue chilometri che si snodavano tra i famosi vigneti.

“Sulla Mittelmosel” – aggiunge Peruzzo – “si è rivelata tutta la difficoltà, quella vera, del Deutschland. In mezzo ai vigneti memorizzare alcuni tratti era impossibile, viaggiavi solo a nota. Al primo giro, per miei errori, abbiamo cannato almeno cinque o sei bivi, perdendo una vita. Da quel momento abbiamo capito che dovevamo stare attenti e cercare di arrivare sino alla fine.”

Archivata la seconda giornata, il momento clou arrivava Sabato pomeriggio con gli oltre quaranta chilometri della “Panzerplatte”, una tornata da affrontare anche in notturna, prima di presentarsi al via degli ultimi quattro impegni, previsti nella giornata conclusiva di Domenica.

“La Panzerplatte” – conclude Peruzzo – “è stata stupenda. Oltre quaranta chilometri ed almeno una decina di cambi di fondo e ritmo. Sterrato e anche la notte. Incredibile. Ci siamo difesi bene. Alla Domenica, tra i vigneti della Mosella, è stata durissima. Continui cambi di strada e di ritmo, dossi, sporco e tanto veloce. Pensavamo solo ad arrivare alla fine. Ma il pubblico? Da mondiale. Ci hanno fatto sentire importanti come i big. Ci han persino chiesto gli autografi. Grazie di cuore a tutti, ai partners, a Mauro Dalla Torre e ad Omega. Che esperienza ragazzi.”

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