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Sport e Motori nella storia

8 dicembre 2020 – Nei giorni scorsi è mancato Nicola Imperio, uno dei navigatori più ricercati, per bravura e professionalità. Abbiamo chiesto un ricordo a Marco Giordo, il bravissimo collega di Autosprint e la foto del vittorioso Valle d’Aosta 1992 a Foto Magnano.

Conoscevo Nicola Imperio da 45 anni. Dal lontano 1975 quando andavo a Luogosanto a casa del mio compagno di scuola Tommaso, che abitava di fronte a casa sua in Via Regina Elena. Eravamo ragazzi, non sapevamo nemmeno cosa fosse un rally, ma eravamo appassionati di motori. Era quello un bel gruppo di amici (Tommaso, Franco, Michele, Giampiero, Massimo), tutti presenti ieri a Luogosanto. Nicola mi ricordo aveva una A112, poi arrivò il Rally Costa Smeralda e cambiò la nostra vita. Perché io, Nicola e tanti altri siamo cresciuti e diventati “rallisti” grazie alla gara ideata da Dante Salvay e fatta sbocciare da Maurizio Paterlini. Ricordo un’intervista di Nicola in tv a TCS, in quelle bellissime dirette che mi hanno fatto appassionare ai rally. Parlavamo spesso e quasi sempre di rally tra noi da sempre, un feeling che è durato sino alla fine. Mi ricordo poi la sua felicità al molo vecchio di Porto Cervo quando nel 1986 chiuse 5’ assoluto con Mauro Pregliasco il Costa Smeralda, quando lo vinse con Griotti nel 1999 e quando sempre con Griotti si aggiudicò il titolo italiano Promozione nel 1994. Ma ho sempre stampato nella mia memoria il suo sorriso e quello di GB Conti alla fine del Sanremo 1988 e l’abbraccio e le lacrime di gioia mie, sue e di Vittorio Carlino all’arrivo del Costa Smeralda 1990, chiuso con un decimo posto assoluto griffato dopo l’ultima mitica speciale dell’Isuledda. Poi ci fu l’avventura del primo mondiale con la Europe Team, che lo vide impegnato nella ricerca spasmodica delle prove speciali, che ho raccontato nel mio ultimo libro. L’ho sempre accompagnato nelle sue iniziative, in primis nei test con le squadre ufficiali, fui io a suggerirgli il nome “Logistic Rally Testing Sardinia”, poi nel corso navigatori intitolato ad Alberto Ganau ed infine nella Cronoscalata di Tandalo’. Perché Nicola era un vero trascinatore, una persona empatica che sapeva coinvolgere tutto e tutti. Un vero conoscitore del territorio, sia a livello di persone che di strade, visto che aveva stampate in testa tutte le potenziali prove speciali della Sardegna. È scomparso in un modo incredibile a causa di quel virus implacabile che ci sta cambiando anche le nostre abitudini quotidiane. RIP grande campione, di vita e di sport. Lasci dietro di te un vuoto, una voragine difficili da colmare.
Marco Giordo

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