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Sport e Motori nella storia

Il “Trentuno” è il punto più alto nella storia rallistica Fiat. Tre titoli mondiali costruttori, due titoli mondiali piloti (uno in compartecipazione con la Lancia), 18 vittorie in altrettante gare iridate, con un totale di 46 podi su 75 corse mondiali, un Campionato Europeo, cinque Mitropa Cup un titolo italiano, un TRN, ecc.

Eppure la 131 Abarth ha rischiato di…non esserci! Al momento di programmare il futuro, quando la 124 Abarth stava raggiungendo il suo limite, nel 1974 all’Abarth si era pensato alla X1/9 carrozzata da Bertone. Lo sviluppo di quest’ultima, seguito tra gli altri da Gino Macaluso oltre dall’Ing. Colucci, responsabile tecnico del reparto corse Fiat-Abarth, di cui è ora responsabile L’Ing. Aurelio Lampredi, è andato avanti per qualche tempo, utilizzando le esperienze maturate sulla 124 dal motore 1840 cc 16 valvole, alimentato da due carburatori: 200 CV per un peso di 750 kg. Analogamente all’iter seguito dalla Stratos, l’ìX1/9 viene schierata in gara nei rally aperti ai prototipi. Fulvio Bacchelli vince i Rally delle Alpi Orientali, il 100.000 Trabucchi e la Coppa Liburna. Al momento di avviare la produzione dei 400 esemplari richiesti per l’omologazione in Gr.4, ecco la doccia fredda! Il management Fiat blocca tutto. Questa volta l’investimento deve essere direttamente collegato a un modello di grande diffusione, addirittura con aspirazioni familiari, proprio come l’Escort, la “world car” della Ford. L’X1/9 Abarth rimane un bel sogno, anche se l’Ing. Dallara ne realizza una versione Gruppo 5 Silhouette destinata alla pista.

In Abarth si riparte da zero. La scelta cade sulla 131 Mirafiori, con la decisione di costruirne una versione Abarth già pronta per l’omologazione in Gruppo 4, che tra l’altro per regolamento deve prevedere anche la predisposizione per le successive eventuali estensioni. Come d’abitudine Abarth realizza un prototipo per valutare tutte le opzioni, visto anche il poco tempo a disposizione dopo l’impegno sulla X1/9. L’Abarth 031, che ha un motore – il V6 della Fiat 130 con una cilindrata portata a 3481 cc e 270 CV di potenza massima – volutamente sovradimensionato, offre subito una dimostrazione convincente delle potenzialità della Mirafiori, vincendo il Giro d’Italia 1975 con Giorgio Pianta e Bruno Scabini davanti a tre Porsche, mentre la Stratos di Munari-Mannucci è sesta. Si trasferiscono queste prime esperienze sul “vero” prototipo della 131 Abarth per il quale si sceglie un motore quattro cilindri in linea di derivazione Fiat 132, di 1995 cc con distribuzione a doppio albero a camme in testa con quattro valvole per cilindro, alimentato nella versione corsa con iniezione meccanica Kugelfischer che garantisce una potenza massima di 215 CV a 7.000 giri/min e una coppia di 225 kgm/23 Nm a 5.600. La versione stradale è alimentata con un carburatore doppio corpo Weber 34 ADF. Il cambio è un cinque marce a innesti frontali, i freni a disco da 300 mm sull’anteriore e 252 mm, il servofreno con doppie pompe e bilanciere di ripartizione. La sospensione ha i montanti telescopici tipo McPherson, con bracci oscillanti e puntoni di reazione, più barra antirollio, cerchi da 10” anteriori e 11” posteriori con pneumatici Pirelli P7 285/35 VR15. Sulla carrozzeria sviluppata da Bertone gli interventi riguardano l’impiego di porte e tetto in alluminio, cofani e parafanghi allargati in plastica, utilizzata anche per l’alettone sopra il lunotto e lo spoiler sul baule, dove è alloggiato il serbatoio di sicurezza Pirelli in gomma. Tipiche sono le due prese d’aria laterali davanti ai parafanghi posteriori. Complessivamente la Fiat 131 Abarth corsa pesa inizialmente 950 kg, mentre le misure sono 4.190 mm in lunghezza, 1,820 mm larghezza, 1360 mm l’altezza, con un passo di 2490 mm. Il prototipo 131 Abarth fa in suo esordio agonistico al Rally 100.000 Trabucchi, il primo exploit è nel successivo Rally di Piacenza vinto da Fulvio Bacchelli e Bruno Scabini.

Nel 1976 c’è la definitiva entrata in servizio. L’omologazione in Gruppo 4, per la quale vengono realizzati i 400 esemplari richiesti, arriva l’1 aprile. Una settimana dopo la nuova Fiat 131 Abarth è al via del Rally dell’Isola d’Elba valevole per il Campionato europeo: primo Markku Alen, secondo Fulvio Bacchelli! Al successivo Rally dei Tulipani, in Olanda, pure valevole per l’europeo, secondo è Maurizio Verini e quarto Markku Alen. Seguono poi l’exploit di Verini al San Giacomo di Roburent e il secondo di Bobo Cambiaghi al 4 Regioni, valevoli per il Campionato Italiano.

Il 27-29 agosto è una data storica per la Fiat 131 Abarth, dai colori di carrozzeria giallo-blu Oliofiat, che ottiene la prima affermazione mondiale con Markku Alen e Ilkka Kiwimaki al Rally dei Mille Laghi, che bisserà poi a fine stagione con la vittoria nell’Helsinki Rally, valevole per il Campionato nazionale.

Il “Trentuno” è ormai pronto per dare l’assalto all’agognato titolo mondiale, e ci riesce già al primo tentativo nel 1977, nonostante abbia di fronte lo squadrone delle Ford Escort con Bijorn Waldegaard, Hannu Mikkola, Ari Vatanen e Roger Clark. Il nuovo gioiello Fiat naviga a vista nelle prime due gare, con il secondo posto di Jean Claude Andruet e il quarto di Simo Lampinen in Svezia, che già lo proiettano al vertice della classifica. In Portogallo, il primo centro di Markku Alen rafforza il primato e permette di saltare il Safari. In Nuova Zelanda c’è l’exploit di Fulvio Bacchelli, che poi rimarrà l’unico pilota italiano ad aver firmato una delle 18 vittorie iridate complessive della Fiat 131 Abarth. La lotta con la Ford, che vince Acropoli e 1000 Laghi con Waldegaard e il sorprendente Kyösti Hämäläinen, si fa serrata, ma il “Trentuno” piazza una tripletta micidiale, in Quebec con Timo Salonen e Simo Lampinen ai primi due posti, a Sanremo con il podio monopolizzato da Jean Claude Andruet, Maurizio Verini e “Tony” Fassina, e in Corsica con Bernard Danriche e Fulvio Bacchelli primo e terzo, tanto che alla fine si può scartare il settimo posto di Lampinen al RAC. Dopo i quattro secondi posti consecutivi della 124 Abarth, Fiat è per la prima volta Campione del Mondo, un titolo che premia l’impegno iniziato nel 1965. In Italia, oltre al Sanremo iridato, si segnalano i successi di Maurizio Verini al Gargano e al Colline di Romagna, grazie ai quali si piazza secondo nel Campionato Italiano. Il 1000 Miglia, che è ancora inserito nel TRN, vede protagonista Mario Aldo Pasetti, che è primo anche nella Coppa Feraboli. In Europa, invece, il primo successo è firmato da Jean Claude Andruet ad Antibes.

Il titolo iridato trova un immediato bis nel 1978, quando il “Trentuno” ufficiale veste i colori Alitalia. C’è sempre la Ford come principale avversaria, cui si aggiunge l’Opel con la Kadett GTE. Come l’anno precedente il “Trentuno” piazza una cinquina. Markku Alen vince i Rally del Portogallo e 1000 Laghi, dove è doppietta con Timo Salonen. Walter Röhrl, nuovo acquisto della squadra, s’impone all’Acropoli, davanti ad Alen, e in Quebec. Completa l’opera Bernard Darniche che guida la tripletta in Corsica, con Andruet e Munari sul podio. Fiat è Campione del Mondo Costruttori per la seconda volta consecutiva. La stagione vede anche la conquista del titolo mondiale piloti con Markku Alen, che per il terzo successo stagionale a Sanremo usufruisce della Lancia Stratos con la quale ha la meglio su Maurizio Verini. Si aggiungono i Campionati nazionali di Finlandia con lo stesso Alen, Spagna con Antonio Zanini e Svizzera con Philippe Carron. In Italia, c’è il bis di Verini al Rally del Gargano, con “Mau” primo anche in Costa Smeralda e ancora secondo nella classifica finale del CIR, mentre Vanni Fusaro-Mirko Perissutti sono campioni nella Mitropa Rally Cup. Da segnalare anche il primo assoluto tutto rosa con Michèle Mouton e Françoise Conconi che sbancano al Tour de France, valevole per il Campionato Europeo.

Il costruttore torinese sembra sazio. Nel 1979 si registra un solo centro iridato con il solito Alen al 1000 Laghi, ma anche le belle soddisfazioni del terzo posto del pilota finlandese nella prima partecipazione al Safari, e i due gradini inferiori del podio con Röhrl e Attilio Bettega nel famoso Rally di Sanremo vinto da “Tony” Fassina e Mauro Mannini con la Lancia Stratos preparata da Claudio Maglioli. Si materializza anche il primo attacco al titolo europeo. Lo spagnolo Antonio Zanini vince in Costa Brava, al Sabbie d’Oro e in Polonia, ma alla fine è beffato da Jochi Kleint con l’Opel Ascona Gr.2! In Italia, Adartico Vudafieri vince la Targa Florio, il Ciocco e il Colline di Romagna, mentre Attilio Bettega è imbattibile in Costa Smeralda, al 4 Regioni e al Lana, e chiudono il CIR in seconda e terza posizione. Un’altra piazza d’onore è quella di Federico Cane nel TRN. Il titolo più importante della stagione è quello di “Lucky” Battistolli-Fabrizia Pons nella Mitropa Rally Cup con il “Trentuno” rosso-nero della Quattro Rombi, la squadra nata per iniziativa dei Concessionari Veneti. L’anno d’oro è il 1980. La Fiat 131 Abarth artiglia il terzo titolo mondiale Costruttori e il titolo mondiale Piloti con Walter Röhrl, che in coppia con Christian Geistdorfer vince i Rally di Montecarlo, cinquantadue anni dopo il primo successo Fiat centrato nel 1928 da Jacques Bignan con la 509, Portogallo, Argentina e Sanremo. Adartico Vudafieri dal canto suo conquista il Campionato Italiano, imponendosi tra l’altro al Ciocco, San Marino, Elba. Nel Campionato europeo, tra gli altri protagonisti va segnalato Ulf Gronhölm, primo allo Snow Rally e all’Hankirally. E’ il due volta Campione di Finlandia padre del futuro iridato Marcus Gronhölm, che purtroppo scompare l’anno seguente durante dei test privati prima dell’Hankirally.

Siamo ormai all’epilogo. Per la Fiat 131 Abarth arriva l’ultimo step evolutivo, con il motore, dotato dell’accensione elettronica Magneti Marelli, ora capace di una potenza di 238 CV a 8.000 giri/min e di 33,6 kgm di coppia massima a 5.400 giri/min, e a Corso Marche si è già in pieno fermento sul progetto dal quale nascerà la futura Lancia Rally 037 Gruppo B. Markku Alen riesce a vincere il Rally del Portogallo. E’ l’ultima delle 18 vittorie mondiali della 131 Abarth, e anche della Fiat, che sono così ripartite: 7 Alen, che apre e chiude l’elenco! 6 Röhrl, 2 Darncihe, 1 Andruet, Bacchelli e Salonen.

Il “Trentuno” è ancora protagonista. Adartico Vudafieri è Campione d’Europa con i primi posti al Costa Brava, RACE, Elba, Sabbie d’Oro e Halkidiki, mentre la Mitropa Rally Cup diventa terreno di conquista della Quattro Rombi con Mario Aldo Pasetti (1981), Franco Corradin (1982) e Franco Ceccato (1983).

La lunga lista di exploit del “Trentuno” prosegue ancora nell’82 con le imprese europee di Andrea Zanussi in Spagna e al Sabbie d’oro, che valgono al giovane pordenonese il terzo gradino del podio finale. C’è poi il colpaccio di Franco Ceccato nel TRN, che si aggiudica con un perentorio due su tre nel girone finale. Proprio Ceccato nella sua campagna per la Mitropa Cup, nel 1983 si aggiudica il Rally Tatri, che è di fatto l’ultimo “centro” del “Trentuno” nel Campionato Europeo. A fine stagione, poi, in Italia si chiude con Caruno-Silvetti primi a Roccaruja, in una delle tre finali del TRN.

Parlando di “Trentuno” più in generale vanno ricordate la bella e concreta partecipazione di tre Fiat 131 Diesel alla Londra-Sidney del 1977, e quella del 131 Racing affidato a Carlo Cavicchi al Sanremo 82.