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Sport e Motori nella storia

Per certi versi la vicenda di Attilio Bettega può essere paragonata a quella di Lorenzo Bandini, il pilota Ferra di F1.

Attilio dopo aver costruito una carriera importa con tanti sacrifici e altrettanta determinazione è riuscito ad arrivare al vertice, e soprattutto a entrare nel cuore della gente. Poi l’incidente in Corsica che l’ha portato via prima che potesse finalizzare i risultati più importanti che aveva sicuramente davanti a sé.

Ha cominciato a correre giovanissimo nel 1972, sfruttando il naturale allenamento sulle strade dolomitiche intorno a casa sua a Molveno, correndo qualche volta assieme alla futura moglie Isabella, e si mette in luce con la sua Fiat 128 nel Campionato Triveneto che vince nel 1973. La svolta importante nel 1997. Attilio approda pieno di speranze nel Trofeo Autobianchi A112 Abarth, il monomarca della Lancia che si rivelerà fondamentale per il lancio di una nuova generazione di piloti italiani. Diventa il primo Campione del Trofeo, e come tale viene subito messo alla prova dalla Lancia che gli affida una Stratos al Rally Valle d’Aosta, dove è secondo alle spalle del “Drago” Munari. Gli si aprono così le porte del Gruppo. Con la Fiat 131 Abarth vincerà i successivi Rally della Valle d’Aosta nel 1978-79. Il 1979 è davvero l’anno della conferma con i successi in Costa Smeralda, al 4 Regioni, e i secondi posti all’Elba e al Giro d’Italia, che corre con un Ritmo Gr.2 con la quale inizia un feeling speciale che trova conferma nel brillante sesto assoluto al Rally di Montecarlo dell’anno seguente.

Ora, sempre come pilota ufficiale Fiat, si trova ad alternare i palcoscenici mondiali e quelli tricolori. Con la 131 Abarth sempre nel 1980 è sesto assoluto a Sanremo e ottavo all’Acropoli, mentre in casa vince il suo terzo Rally Valle d’Aosta consecutivo, ed è ancora secondo al Giro d’Italia.

Il primo podio iridato arriva l’anno seguente, quando vincerà anche il Rally Il Ciocco, con lo splendido terzo posto all’Acropoli.

Ma c’è già la Corsica nel suo destino. E’ il 1982, l’attende la nuova Lancia Rally 037, ma al Tour dell’isola napoleonica ha un incidente che gli costa la frattura delle gambe, e la perdita della stagione. Ma Attilio da buon montanaro non si abbatte. Recupera alla grande, tanto che nell’83 si ripresenta più in forma che mai. Ritorna in Corsica ed è quarto, poi altri due podi mondiali con i terzi posti in Nuova Zelanda e a Sanremo. Il trend positivo prosegue l’anno seguente: secondo a Sanremo, terzo in Portogallo, 4° all’Acropoli, quinto a Montecarlo, e chiude al quinto posto nella classifica piloti del Campionato Mondiale Rally, dietro Stig Blomqvist, Hannu Mikkola, Markku Alen e Ari Vatanern. Insomma gli uomini del nord non sono così più così lontani. E’ decisamente maturo per cogliere la sua prima affermazione iridata. Ma quel maledetto 2 maggio 1985 in Corsica…