RallyRama

Sport e Motori nella storia

La 33ma edizione del Rally di Montecarlo conclusa nel Principato il 24 gennaio 1964 ha consegnato alla storia il primo grande exploit della Mini Cooper S, prima con Paddy Hopkirk-Henry Liddon, quarta con Timo Makinen-Patrick Vanson, settima con Rauno Aaltonen-Tony Ambrose. Una vittoria straordinaria, che avrà un’eco mondiale, ben superiore a quello della Saab 96, prima nelle due edizioni precedenti con Eric Carlsson, questa volta terzo. Paddy Hopkirk ottiene il successo ai danni della grossa Ford Falcon V8 di 4,7 litri di cilindrata e 285 CV di potenza di Bo Ljungfeldt, favorita dai fondi parzialmente asciutti di questa edizione. E’ la definitiva consacrazione della creatura di Sir Alec Issigonis, il nuovo concetto di piccola vettura universale, presentata nella seconda metà del 1959. Oltre al successo commerciale la Mini ha subito attirato le attenzioni di John Cooper, che aveva appena vinto due Campionati Mondiali F1, e della Downton Engineering, specializzata nelle elaborazioni. Entrambi erano incuriositi dal “pacchetto”: motore anteriore trasversale, passo corto e carreggiate ampie, peso piuma, con una distribuzione ideale, cui facevano però riscontro una ridotta altezza da terra, i pochi cavalli, i piccoli freni a tamburo e le ruote da dieci pollici. Nel mese di settembre del 1961 ecco la prima Mini Cooper, con un motore da 997 cc capace di 55 CV, cambio con rapporti più lunghi e ravvicinati, freni anteriori a disco, pneumatici più larghi, e il caratteristico look bicolore. Insomma l’ideale per il turismo veloce, ne saranno vendute 25.000 in tre anni, ma anche una …tentazione sportiva, pista o rally che sia.  Il primo riscontro lo dà Pat Moss, che assieme ad Anne Wisdon, vince con la Mini Cooper la Coppa delle Dame al Rally di Montecarlo 1962, nell’edizione vinta dal marito Erik Carlsson con la Saab, che a un certo punto si è ritrovato alle spalle l’altra Mini Cooper di Rauno Aaltonen, poi ritirato. Poche settimane più tardi Pat Moss e Anne Wisdon vinceranno l’assoluto al Rally dei Tulipani! A questo punto il lavoro del reparto corse di Abington, diretto da un giovane brillante, Stuart Turner, destinato a diventare un punto di riferimento nel settore, si concentra sulla “piccola”, tralasciando la grossa Austin Healey e le MGB. Della squadra entrano a far parte, oltre ad Aaltonen, l’altro finlandese Timo Makinen, e l’ex postino nord-irlandese Paddy Hopkirk. Nel 1963 tocca ad Aaltonen salire per la prima volta sul podio a Montecarlo, dove è terzo dietro la Saab di Carlsson e la Citroën DS19 di Pauli Toivonen, precedendo le altre DS19 di Lucien Bianchi e Bob Neyret. Il pilota finlandese vincerà anche la Coppa delle Alpi, mentre Hopkirk fa faville al Tour de France. Intanto, scalda i…muscoli la “S”. Il motore sale di cilindrata, inizialmente a 1071, i cavalli diventano 70, i freni e i cerchi più grandi, lo sterzo più diretto, con 2,3 giri del volante da un estremo all’altro, il tutto per 635 kg. In più c’è una costruzione accurata, con materiali selezionati e una preparazione certosina, vanto del reparto corse BMC, che per esempio utilizza una doppia filettatura in oro nel parabrezza per evitare appannamenti. L’esordio al Rally di Montecarlo non potrebbe migliore! Lo stesso dicasi in pista dove Warwick Banks vince il titolo europeo di categoria. Ma è nel 1965 con il motore 1275 cc da 75 CV che la Timo Makinen, fantastico sotto le fitte nevicate, regala il secondo alloro monegasco alla Mini Cooper S, prima anche a Ginevra, in Cecoslovacchia, in Polonia, al 1000 Laghi in Finlandia e al RAC. A fine stagione Rauno Aaltonen è Campione Europeo Rally. La striscia delle Mini Cooper S a Montecarlo è interrotta dalla “chiacchierata” squalifica del 1966, relativa al filamento dei fari, giudicato non regolamentare, che toglie di classifica i tre moschettieri della BMC Makinen, Aaltonen e Hopkirk, nonché la Ford Lotus Cortina di Roger Clark quarto classificato. Makinen si rifà al 1000 Laghi, ma la vera rivincita la firma Rauno Aaaltonen, navigato da Henry Liddon al “Monte” dell’anno successivo, dove riesce a tenere a bada le emergenti Lancia Fulvia HF e la stessa Porsche 911. La bella favola della Mini Cooper S si concluderà con un nuovo terzo posto nel Rally di Montecarlo 1968, dietro le super Porsche di Vic Elfordo e Pauli Toivonen, che aprono una nuova era. La Leyland, che assorbisce la BMC, decide poi di ritirarsi dall’attività sportiva. Così quel magnifico team chiude i battenti, anche se Timo Makinen, Rauno Aaltonen e Stuart Turner, divenuti famosi grazie alla “piccoletta” biancorossa di Abington, continueranno a vincere sotto  altre bandiere.