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Sport e Motori nella storia

(13 settembre 2016) – La bacheca dei trofei di Eros Finotti compie un salto di qualità, in seguito al doppio successo in Coppa Italia nelle stagioni 2011 e 2013, grazie all’arrivo del trofeo di gruppo 4 nell’Alpe Adria Rally Cup 2016.

Una vittoria davvero sudata e cercata con tenacia per tutto l’anno, quella ottenuta da Finotti a bordo della Peugeot 106 condivisa con Nicola Doria, giunta al termine di una lotta serrata con Andrea Scalzotto, sfortunato protagonista nell’ultimo e decisivo round disputato nel recente weekend.

“Le emozioni che abbiamo provato all’arrivo sono indescrivibili” – racconta Finotti – “e a dire il vero non ci crediamo ancora perchè la trasferta è stata davvero incredibile. Questo successo va equamente diviso con Nicola, impeccabile in ogni appuntamento, e con Stefano Trevisiol che ci ha messo a disposizione una vettura perfetta assieme ai consigli di un maestro come Giovanni Pianca”.

Al 5° Rally Nova Gorica, tenutosi nei giorni 9 e 10 di Settembre, tutti gli occhi nel gruppo 4 erano puntati sul duello tra Finotti e Scalzotto con il primo in vantaggio di due punti.

Nonostante l’obiettivo dichiarato fosse quello di gestire la strategia di gara sul diretto rivale Finotti (nell’immagine Photofelzi) partiva a testa bassa per le due prove del Venerdì sera, andando a chiudere la frazione con due secondi su Scalzotto.

L’indomani la sfida si apre sui 22,2 chilometri della speciale di Lig ed è ancora Finotti il migliore, con il vantaggio su Scalzotto che sale a 5”2, ma sarà la successiva Morsko a dare un pesante scossone al duello in chiave campionato: mentre il leader provvisorio continua a spingere per cercare di incrementare il vantaggio per il diretto rivale il round sloveno si conclude con un’uscita di strada che ne compromette definitivamente la rincorsa al titolo 2016.

“L’uscita di Scalzotto ha cambiato completamente la nostra strategia” – aggiunge Finotti – “perchè seppur il nostro ritmoefinotti_2016_09_12 ci spingesse a cercare una posizione di prestigio nell’assoluta di Alpe Adria ci siamo resi conto che i rischi che correvamo avrebbero potuto mettere in discussione il nostro primario obiettivo. Nelle ultime quattro prove, le più lunghe di tutta la stagione, abbiamo cercato di ridurre ogni possibile rischio stando sempre con le orecchie tese nel captare rumori anomali. Ora è finalmente tempo di festeggiare.”

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