Erik Carlsson è il primo grande personaggio dei rally anni Sessanta, legato alla svolta epocale della specialità con la piccola Saab 96 due tempi. Originario di Trollhättan in Svezia, dove ha sede la Saab, ha legato a questa marca tutta la sua carriera, a partire dal 1955, quando, ventiseienne, ha disputato la sua prima gara con un modello 92. Il suo primo importante successo, al Rally dei 1000 Laghi con Saab 93, è del 1957. Poi è stato un crescendo. Primo in Svezia e in Germania nel ’59, primo al RAC 1960 con la nuova Saab 96, motore tre cilindri longitudinale di appena 748 cc, fino ad arrivare alla doppietta di Montecarlo ‘62-’63 che ha assicurato una fama definitiva a lui e alla Saab, che nella seconda occasione montava sulla 96 un motore di 841 cc da 70 CV, oltre al cambio a quattro marce, in precedenza aveva il tre marce, freni a disco anteriori, e pneumatici Dunlop 155×15.
Carlsson, che nel ’64 ha vinto anche il Rally Sanremo e si è piazzato secondo al Safari e nella Liegi-Sofia-Liegi, ha costituito un solido sodalizio con Pat Moss, la sorella più giovane di Stirling, l’’asso della F1, che ha sposato nel 1963.
E’ famoso anche per il soprannome “On the Roof” per i suoi frequenti capottamenti. Al Safari ha effettuato volutamente la manovra per evitare una grossa pozzanghera di fango. Ha poi ripetuto l’exploit davanti ai giornalisti increduli. Altri piloti hanno provato a imitarlo durante la gara, ma ne hanno ricavato solo danni… Era pure noto per cannibalizzare Saab stradali, per sostituire parti danneggiate della sua vettura, quando negli anni Cinquanta, il regolamento piuttosto bizzarro assegnava delle penalità all’arrivo, se si tagliava il traguardo un po’…ammaccati. Ha perso il titolo europeo del 1959, perché al Rally del Portogallo si è visto assegnare una… chiacchierata penalità di 50 punti – 25 per sportello! – per aver finito con la carrozzeria acciaccata in un incontro ravvicinato con un passaggio a livello!
A Carlsson si deve anche l’invenzione della guida, tutta rallistica, a due pedali, nata proprio per mantenere il regime di giri del motore due tempi agendo contemporaneamente su acceleratore e freno.
Dopo aver smesso di correre nel 1970, non prima di aver “assaggiato” anche la Saab Sonett II con motore 940 cc da 93 CV, è diventato ambasciatore della casa svedese. Figura anche nei romanzi di James Bond scritti da John Edmund Gardner, che ha dato seguito alla serie originale di Ian Fleming, come istruttore del più famoso agente segreto in “Licenza rinnovata” (1981) quando consegna a Bond una Saab 900 e “Nella morsa del ghiaccio” (1983).