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Sport e Motori nella storia

29 novembre 2020 – Con Gastone Giarolo se n’è andato un pezzo di rally e non solo. Ce lo ricorda Mario Apolloni, una vita in FIAMM azienda alla quale Gastone con le sue “presenze” ha dato visibilità internazionale.

Mario Apolloni

Sono stato assunto in Fiamm batterie/trombe come responsabile comunicazione alla fine 1982. Gli anni del maggiore impegno della casa di batterie vicentina nel rallismo si stavano concludendo. Nel 1983, l’obiettivo che mi era stato assegnato, era stato quello di affermare l’internazionalizzazione dell’Azienda,

Iniziai così il progetto che avrebbe portato le batterie Fiamm all’ingresso in Formula Uno come fornitore delle principali scuderie e a essere coinvolta nei più importanti impegni del motorismo internazionali: dalla F1  alla formula Indy, dal mondiale Endurance alla Parigi Dakar. Le principali motivazioni dell’azienda che avevano portato a una nuova strategia di comunicazione erano state:

– ricerca di nuovi mercati esteri

– passaggio da produttore aftermarket italiano a fornitore di primo equipaggiamento internazionale

– conoscenza del marchio

– ricerca del contatto con gli uffici tecnici delle case auto

Quindi gli appunti che seguono su Gastone e i rally risentono

– di un progetto di comunicazione che era alla conclusione

–  che il sottoscritto ha partecipato per poco tempo alle ultime gare a cavallo tra il 1982 – 83

Quando arrivai in ufficio pubblicità Fiamm, trovai Gastone Giarolo e gli altri colleghi che mi guardavano con sospetto: “chissà cosa vorrà questo sbarbatello? Probabilmente sapevano i cambiamenti di strategia per cui ero stato assunto. Gastone aveva detto loro: “ci penso io sistemarlo quello li che tra l’altro non è del tutto veneto!”

E infatti dopo circa quarant’anni sono oggi a scrivere con affetto di una grande amicizia durata molti anni. Le modalità di partecipazione Fiamm ai rally, (che era iniziata a metà anni 70), sono rimaste per tempo le stesse.

Negli anni, grazie a Gastone, l’approccio alle gare è rimasto lo stesso con semplici adattamenti alle formule in pista

– Sponsorizzazione (passiva) con cartellonistica e titolazione della gara rally

– Sponsorizzazione (attiva) con la fornitura di batterie delle vetture (equipaggiamento)

– Coinvolgimento (prima della gara) degli elettrauto e/o meccanici delle varie zone con per la fornitura ai loro clienti di mappe, gadget ecc.

– nei giorni gara  alcuni meccanici erano disponibili a fornire l’assistenza a quei piloti privati che non avevano un servizio ufficiale-

I rally di fine anni 70  – un mondo che oggi non c’è più

I rally spesso si svolgevano di notte con prove speciali lunghe e trasferimenti altrettanto impegnativi dove, come oggi,  non si faceva ritorno al parco assistenza centrale,

Di notte i cronometristi per il loro lavoro avevano bisogno di luce in situazioni difficili e distanti dai centri abitati.

Da questo insieme di fattori si può comprendere il lavoro di Gastone nei rally.  Nei giorni prima della gara (oltre che passare a salutare i meccanici elettrauto della zona ) Gastone individuava i punti strategici dove posizionare la cartellonistica (striscioni). Punti strategici che solo lui riusciva a identificare e che avevano la caratteristica per cui i fotografi, se volevano fare uno scatto emozionante,  non potevano fare a meno di inquadrare anche il logo Fiamm (ad esempio il salto di Santa Maria al Sanremo).

Poi consegnava le batterie (punti luce) per l’illuminazione a tutte le postazioni dei cronometristi. A fine gara c’era il lavoro inverso e cioè ricaricare tutto il materiale per un nuovo utilizzo

E infine la gara. Prima nel parco assistenza per seguire le squadre equipaggiate con batterie Fiamm (Giuliano Michelotto Ferrari Tonino Tognana, Virgilio Conrero Opel, Carenini Opel, Cevenini, 4 Rombi (Pino e Franco Ceccato) senza trascurare i privati con le Simca Rally o !! 2 0 Renault 8 Gordini. Se nel furgone Fiat 238 c’era una scorta adeguata di batterie Gastone dava a tutti una mano. Alla fine Gastone andava sul percorso di gara per stare (tutta la notte) a “fianco” di fotografi e giornalisti (un PR ante litteram).

L’apoteosi dell’uomo ovunque era infine sul podio, all’arrivo dei vincitori. Ormai non sarebbe più stata un degno festeggiamento per i vincitori del singolo rally se sul podio non ci fosse stato Gastone- penso che in quegli anni nessuno sia stato più innaffiato di champagne di Gastone. Un giorno al mattino dopo la prova speciale Insuledda (Rally Costa Smeralda) gli addetti che riaprivano il percorso lo hanno trovato a bordo pista, sulla sabbia, che dormiva tranquillamente  nonostante il frastuono.

Nei rally fine anni 70 non esistevano gli odierni mezzi di comunicazione (internet), per cui non mancava gara che alcuni fotografi od operatori video non chiedessero la cortesia a Gastone di partire presto al mattino per andare a portare i rullini o il girato in redazione.

I rally che richiedevano più tempo per l’organizzazione erano Sanremo, Costa Smeralda, Targa Florio. Un giorno sono andato con Gastone alla presentazione del Sanremo al Sestriere in casa Fiat. Il giorno prima avevo bocciato una nota spese di Gas perché sbagliando aveva sommato nell’ultima colonna del totale anche la data. Diciamo che Gas era un pochino arrabbiato col sottoscritto. Tutti si siedono e nel silenzio della sala conferenze Adolfo Rava inizia la presentazione  del percorso. Ero seduto in prima fila quando dalla porta d’ingresso si ode chiaramente Gastone che in veneto afferma “Capo, l’uomo non è di legno!” Rava mi guardò sott’occhio ma col sorriso sulle labbra quasi per dirmi “non ti preoccupare Gastone è fatto così”

Alla Targa Florio Gastone poteva esprimere il suo amore per i bambini tanto che portava una quantità incredibile di adesivi Fiamm che riprendevano il motivo delle targhe porta numero della gara. Sul lungomare di Cefalù Gastone si piazzava col suo furgone e al grido “Stemmini, stemmini…” ne distribuiva  a piene mani. Al rientro da Cefalù un malcapitato giornalista della Gazzetta chiede a Gastone se poteva rientrare con lui fino a Bologna dove avrebbe preso il treno per Milano.Gastone aveva il furgone Daily nuovo e quindi, ben volentieri, gli disse “non c’è problema, Monta su”. Terminata la gara di primo pomeriggio i due si misero in viaggio verso Messina per il traghetto. Il malcapitato giornalista in giacca e cravatta, però non sapeva che Gastone, una volta in viaggio non si fermava mai per una sosta. All’arrivo alla stazione di Bologna Gastone ha trovato il compagno di viaggio che dormiva rannicchiato (e bloccato)   nel vano compreso fra la porta e il passaruota. Ci sono volute alcune settimane perché tornasse in forma.

Tanti sono i piloti che Gastone ha conosciuto.Piloti che si sono sempre ricordati di lui anche  a distanza di anni

Un giorno, reduci da una gara a Vallelunga,  passammo per Roma e dissi a Gastone “già che siamo qui approfittiamone per andare a prendere qualche omaggio firmato Gucci (per gli ospiti stranieri che venivano a visitare lo stabilimento Fiamm). Una volta giunti in via Condotti Gastone si guarda intorno e mi fa: “Bello qui.  Pensavo che Gucci avesse il negozio a Porta Portese. Ho conosciuto Guccio nei rally e gli ho dato delle batterie”. Fatto sta che entrati dentro al negozio, guardati dall’alto al basso dai commessi per il nostro abbigliamento diciamo sportivo ci avvicinammo al banco della pelletteria. Chiesi di comprare una decina di portafogli in pelle formato americano (sono un po’ più piccoli di quelli europei). Visto l’importo chiesi se era possibile uno sconto. Al diniego del commesso “questo è Gucci”. Gastone si inserii nel discorso e con tranquillità disse” mi scusi può chiamare il Sig Guccio Gucci?” Non ho mai capito se il commesso avesse capito male o se per evitare di disturbare la quiete del negozio fatto sta che arrivò il Direttore del negozio. Gastone gli ripetè “posso parlare col sig Gucci? Il direttore con un accento vagamente francese rispose “il sig Gucci è a Firenze, Chi è lei che vuole disturbarlo? Risposta “Gastone”. Il Direttore chiamò la sede di Firenze e con tono sarcastico disse al centralino che c’era in negozio a Roma uno strano veneto in giacca a vento che pretendeva di parlare col sig Gucci in persona. Alla fine Gucci arrivò al telefono e disse al Direttore “C’è Gastone? Me lo passi subito”. Ne nacque  una discussione sui ricordi delle gare vissute insieme che durò una buona mezz’ora con Direttore e commesso fermi sull’attenti dietro il banco. Alla fine Gucci ci accordò uno sconto eccezionale ed uscimmo dal negozio su Via Condotti. Gastone si fermò fuori dal negozio e mi disse “Non sono ancora convinto che questo sia il negozio di Gucci. C’è un errore per me il vero negozio Gucci è a Porta Portese”.

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