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Sport e Motori nella storia

Laia Sanz, pilota del TEAM ASTARA alla Dakar, spera di fare un passo avanti in quella che sarà la sua tredicesima partecipazione a questo evento. Per farlo, avrà l’appoggio dell’ASTARA TEAM, con una potente struttura guidata dall’intera struttura – diretta da Gonzalo de André. La campionessa spagnola che ha alle spalle una lunga carriera tra le moto, sarà al volante della ASTARA 01 Concept, un’auto che ha dimostrato di essere competitiva e sostenibile.

Non ho alcuna ossessione per il 12 + 1, per me è la 13a Dakar- dice -Sono molto felice e non vedo l’ora di partire. L’anno scorso l’obiettivo era quello di finire e imparare, per poi fare un passo avanti in termini di squadra e macchina, con i nuovi regolamenti. Per me era chiaro che dovevo fare un passo in avanti. Il nostro ASTARA 01 Concept è un buggy molto diverso da quelli che ho provato finora, ma credo che ci darà la possibilità di lottare per i primi posti, che è quello che volevo. La verità è che credo di aver imparato molte cose: il semplice fatto di passare ore al volante, fare chilometri… mi ha insegnato molto. E credo di avere margini di miglioramento in tutto, assolutamente in tutto. Era la prima volta in auto, con un copilota, e c’erano molte cose nuove. All’inizio il mio dubbio più grande era quello delle dune. Ma sono rimasta sorpresa.  Bisogna lasciar correre di più la macchina, non fermarla tanto. È vero che penso che ci sarà più stress nelle dune, perché la macchina ha meno visibilità e non si commettono molti errori, ma in generale è una macchina con prestazioni molto migliori rispetto all’anno scorso. Nei tratti veloci credo che riusciremo a correre molto di più e nei tratti rocciosi avremo meno forature.

Per quanto riguarda l’ e-fuel, dico che il mondo si sta muovendo verso un maggiore rispetto dell’ambiente, cercando di inquinare il meno possibile. In altri tipi di campionati potrebbe essere più facile introdurre un’auto ibrida o elettrica, ma per la Dakar la proposta di ASTARA è un’ottima soluzione. L’e-fuel ci permette di fare tappe lunghe, con buone prestazioni, senza apportare modifiche alle auto e con una percentuale di carbonio minima. E alla fine, in termini di costi, è anche abbastanza conveniente. Il funzionamento con un’auto a carburante e-fuel è un’alternativa molto interessante, perché non richiede la modifica della meccanica o del tipo di motore. E per il pubblico in generale, l’adattamento dell’intero parco auto a una nuova tecnologia può richiedere molto tempo. Utilizzandolo alla Dakar, abbiamo dimostrato che è perfettamente compatibile per qualsiasi impiego.

Penso che sarà una Dakar più dura, lo dicono ogni anno, ma quest’anno lo sarà per diversi motivi. In primo luogo, perché ci sono più chilometri e e questo rende sempre la gara più dura. Un altro: non fermarsi al rifornimento, che è qualcosa che permette di mangiare qualcosa, bere, andare in bagno… Ora sarà un po’ più scomodo. Inoltre, il fatto di non potersi idratare o mangiare bene rende la gara fisicamente più difficile. Anche dal punto di vista psicologico sarà più complicato, perché non saprai calcolare bene se stai tenendo un buon ritmo o meno, perché normalmente nei rifornimenti vedevi sempre come stava andando la gara. Anche gli ultimi giorni, con molte dune, saranno difficili. Credo che sarà una Dakar più “dakariana”. E mi piace, a priori, perché penso che la Dakar debba essere così, devono succedere molte cose. Non deve essere uno sprint come negli ultimi anni.

L’obiettivo? – conclude Laia – difficile stabilire un obiettivo, perché si iniziano a vedere tutti i piloti T1 plus, l’alto livello dei piloti e delle auto, ed è difficile decidere una posizione. Ma dopo l’esperienza dell’anno scorso e il cambio di vettura, il target sarà cercare di rientrare nella top 15. E’ molto complicato, ma si può fare. Dobbiamo rivedere gli errori commessi l’anno scorso, come l’essere stati un po’ conservativi nel prologo, che ci ha ritardato molto durante la prima settimana con quelle posizioni di partenza. Bisognerà essere un po’ più intelligenti e più attenti fin dall’inizio, per poi cercare di evitare gli errori nelle battute finali. Con un ritmo costante e con i miglioramenti che abbiamo fatto penso che possiamo farcela.

 

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