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Sport e Motori nella storia

10 novembre 2019 – Mentre per il CIR è ancora tutto da decidere, per il vincitore dell’IRCup – Pirelli 2019, Damiano De Tommaso è tempo di godersi il momento e sfogliare l’album dei ricordi

Cinque gare, tre primi posti. E tredici prove speciali vinte: quattro più di Manuel Sossella, cinque più di Paolo Porro e Alessandro Re che, fra tutti, sono stati quelli che gli hanno reso la vita più difficile. I numeri dicono molto e, soprattutto, legittimano la sua vittoria nella serie che anche quest’anno ha proposto un mix di gare bene allestite, con “piesse” bene assortite e, soprattutto con un chilometraggio adeguato. De Tommaso ne è conscio. La strada, la sua strada, è ancora in salita e lo sa. Ma intanto è salito di un altro gradino. “E – ricorda – non era neppure scontato che riuscissi ad avere la possibilità di provarci. Nato, una decina di giorni prima della chiusura delle iscrizioni dell’Appennino Reggiano, il progetto a un certo punto pareva essere andato in fumo e solo in extremis riuscimmo a far partire in tempo l’iscrizione”. Il resto è venuto quasi da sé. Con il suo impegno, con la collaborazione di Giorgia, con il supporto di Munaretto. E l’affetto di molti appassionati capaci di vedere oltre le belle livree, i bei caschi.

Tutto è bene quel che finisce bene. Damiano De Tommaso approva senza riserve l’assunto del vecchio detto popolare: “In effetti, quando ci capita di ripensare alla nostra stagione ci accorgiamo che anche gli episodi meno belli, anche quelli decisamente brutti come il principio di incendio che ci stoppò al Rally del Taro, ormai ci fanno sorridere…”,  quando parla al plurale è perché lo fa anche a nome di Giorgia Ascalone, la copilota salentina che lo ha accompagnato nella corsa verso il successo nell’edizione 2019 dell’International Rally Cup – Pirelli. Ereditata nel finale, la vittoria al Città di Bassano è stata la cilegina su una torta bella e gustosa che i due ragazzi – quarantacinque anni in due – hanno confezionato gara dopo gara. A cominciare dall’Appennino Reggiano di aprile: “A prescindere da cosa ci riserverà il futuro, quel primo posto conquistato nell’ultima prova speciale è destinato a restare fra i nostri ricordi più belli”, racconta. Poi spiega: “Al via di quell’ultimo tratto cronometrato, credevo veramente di potercela ancora fare, ma al tempo stesso non speravo di farcela. Capisco che possa sembrare contraddittorio e forse lo è, ma è proprio quello che provavo mentre eravamo in attesa del via”.

Quale delle cinque gare dell’IRCup gli è piaciuta di più: “E come si fa a dirlo? Ciascuna ha qualche caratteristica molto positiva, ciascuna mi ha lasciato dentro qualcosa di bello. Anche il Taro, malgrado il ritiro, anche il Casentino, malgrado la foratura iniziale e i problemi che abbiamo risolto solo all’ultimo parco assistenza, cambiando i quattro ammortizzatori. Pare impossibile, ma appena fuori dal ‘service’ sentii di avere fra le mani un’auto diversa e difatti lo dissi subito a Munaretto, annunciandogli che se non avessi fatto il miglior tempo sulla magica Talla sarebbe stata solo colpa mia”.  Perché tutto è bene quel che finisce bene, ma non è detto che ciò che finisce bene non possa essere meglio.

Un altro protagonista dell’International Rally Cup – Pirelli, il ventiseienne  pisano Mirco Straffi conferma che la serie offre sempre momenti di intenso piacere a chi corre per essere e non per apparire…Quest’anno s’è distinto nell’International Rally Cup – Pirelli imponendosi – un po’ a sorpresa e in rimonta – nell’affollata e combattuta categoria R2B Peugeot. E adesso che le bocce sono ferme, si racconta…

“Come spesso accade ho seguito le orme di mio padre che aveva iniziato a correre nel 1997: io ero molto piccolo, ma lo seguivo in tutte le gare che disputava e da lì è nata la mia passione. Ho preso la patente appena raggiunti i 18 anni, poi mi sono diplomato perito tecnico e ho trovato subito un lavoro che mi piace molto, perché è proprio quello per il quale ho tanto studiato”.

“Le prime gare le ho disputate nel 2013, con una Rover MG A5. Poi sono passato alla Clio N3 con la quale ho corso due anni proprio nell’International Rally Cup. Una vettura con la quale ho fatto esperienza, scelta perché con essa era più semplice arrivare a dei buoni risultati. Infatti, sia nel 2015, sia nel 2016, ho vinto la mia categoria, con grande soddisfazione. Nel 2017 sono passato alla Peugeot 208 e mi è stato più difficile adattarmi a quest’auto che è più professionale: certo, dà soddisfazione e gusto guidarla, ma bisogna capirla.  Infatti quell’anno mi sono fermato dopo il Casentino per mancanza di buoni risultati. Anche nel 2018 ho disputato l’IRCup, ma mi sono di nuovo fermato al Casentino, questa volta, però, per problemi fisici: mi ero rotto un piede. Il 2019 è stato un anno veramente buono, mi ero adattato alla Peugeot e mi sentivo molto più sicuro. Infatti ho vinto la categoria! Ho saltato il Rally Appennino Reggiano e il Rally Piancavallo, ma poi ho vinto tutte le altre gare. La gara più bella è stata il Casentino: nell’aretino è andato tutto liscio e devo dire che finire la prova di Talla, di notte con i suoi 37 chilometri e scoprire di essere arrivato decimo assoluto con la mia piccola vettura, mi ha dato una enorme soddisfazione. Per dirla tutta, mi sono anche emozionato!”.

 

 

 

 

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